Pero pertenecer no solamente
a dos épocas, sino también a dos mundos, eso creo que es el legado único de
los que
nacieron hijos de
aquel mundo muerto sobre el cual escribo. Y el escritor mismo es uno de ellos. Ha escrito sin propósito histórico;
no ha
soñado en apresar
en
palabras las sombras auténticas de
lo ya
desaparecido para siempre. Sólo
ha querido recordar
lo que vio y oyó
durante
su juventud.
Franz Werfel, El crepúsculo de un mundo.
"Roma es como un libro de fábulas, en cada página encuentras un prodigio."
Hans Christian Andersen
"EL INSTANTE SIN TIEMPO DEL AMOR"
Canción que me acompaño durante el año 1962 arropando una soledad compartida.
.
L'amore è un bisogno di affogarsi, una tentazione di profondità. In questo assomiglia alla morte. Così si spiega perché solo le nature erotiche possiedano il senso dell'infinito. Nell'amare si scende fino alle radici della vita, fino alla freddezza fatale della morte. Nell'abbraccio non ci sono raggi in grado di trapassare, e le finestre si aprono fino allo spazio infinito, affinché uno possa precipitarvi. C'è molto di felicità e di infelicità negli alti e bassi dell'amore, e il cuore è troppo stretto per queste dimensioni.
Cioran
No siempre podemos imponer lo que sabemos sobre lo que decimos. Los medios de la expresión pertenecen al mundo en que nos encontramos viviendo. Por eso, “el mundo en que nací” es el tema más abarcante que uno puede plantearse.
Hans Blumenberg Conceptos en historias
E chi li vede che se ne vanno per la città
se tutti sono ciechi?
Loro, si prendono per mano: qualcosa parla
fra le dita, dolci lingue lambiscono
l’umido palmo, corrono per le falangi,
e sopra sta la notte piena d’occhi.
*
¿Quién los ve andar por la ciudad
si todos están ciegos?
Ellos se toman de la mano: algo habla
entre sus dedos, lenguas dulces
lamen la húmeda palma, corren por las falanges,
y arriba está la noche llena de ojos.
Julio Cortazar
Assenza – Jorge Luis Borges
Dovrò di nuovo erigere la vasta vita,
specchio di te ancora:
dovrò ricostruirla ogni mattina.
Ora che non ci sei,
quanti luoghi son diventati vani
e senza senso, uguali
a lampade di giorno.
Sere che ti hanno accolto come nicchie,
musiche dove trovavo te ad attendermi,
parole di quel tempo,
dovrò distruggervi con questa mani.
In quale baratro potrò celare l’anima
perché non veda la tua assenza,
fulgida come un sole orribile
che non tramonta mai, spietata, eterna?
La tua assenza mi sta attorno
come la corda al collo,
come il mare a chi affoga.
*
specchio di te ancora:
dovrò ricostruirla ogni mattina.
Ora che non ci sei,
quanti luoghi son diventati vani
e senza senso, uguali
a lampade di giorno.
Sere che ti hanno accolto come nicchie,
musiche dove trovavo te ad attendermi,
parole di quel tempo,
dovrò distruggervi con questa mani.
In quale baratro potrò celare l’anima
perché non veda la tua assenza,
fulgida come un sole orribile
che non tramonta mai, spietata, eterna?
La tua assenza mi sta attorno
come la corda al collo,
come il mare a chi affoga.
*
Ausencia
Habré de levantar la vasta vida
que aún ahora es tu espejo:
cada mañana habré de reconstruirla.
Desde que te alejaste,
cuántos lugares se han tornado vanos
y sin sentido, iguales
a luces en el día.
Tardes que fueron nicho de tu imagen,
músicas en que siempre me aguardabas,
palabras de aquel tiempo,
yo tendré que quebrarlas con mis manos.
En qué hondonada esconderé mi alma
para que no vea tu ausencia
que como un sol terrible, sin ocaso,
brilla definitiva y despiadada?
Tu ausencia me rodea
como la cuerda a la garganta,
el mar al que se hunde.
que aún ahora es tu espejo:
cada mañana habré de reconstruirla.
Desde que te alejaste,
cuántos lugares se han tornado vanos
y sin sentido, iguales
a luces en el día.
Tardes que fueron nicho de tu imagen,
músicas en que siempre me aguardabas,
palabras de aquel tiempo,
yo tendré que quebrarlas con mis manos.
En qué hondonada esconderé mi alma
para que no vea tu ausencia
que como un sol terrible, sin ocaso,
brilla definitiva y despiadada?
Tu ausencia me rodea
como la cuerda a la garganta,
el mar al que se hunde.
Jorge Luis Borges
Paris - Henri Cartier Bresson - 1958. “ |
Henri Cartier-Bresson, Paris, 1958
Il ponte Mirabeau – Guillaume Apollinaire
(...)
L’amore se ne va come quest’acqua corrente
L’amore se ne va
Com’è lenta la vita
E come la Speranza è violenta
L’amore se ne va
Com’è lenta la vita
E come la Speranza è violenta
Venga la notte suoni l’ora
I giorni se ne vanno io rimango
I giorni se ne vanno io rimango
Passano i giorni e passano le settimane
Né il tempo passato
Né gli amori ritornano
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
Né il tempo passato
Né gli amori ritornano
Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
(...)
IL PONTE MIRABEAU |
Vieira da Silva, Roma, 1959 |
Non esistono amori felici – Louis Aragon
Nulla appartiene all’uomo Né la sua forza
Né la sua debolezza né il suo cuore. E quando crede
Di aprire le braccia la sua ombra è quella di una croce
E quando crede di stringere la felicità la stritola
La sua vita è uno strano e doloroso divorzio
Non esistono amori felici
(...)
Paris 1960 Boulevard du Montparnasse |
Spleen – Charles Baudelaire
LXXVIII.
Quando il cielo basso e cupo pesa come un coperchio
sullo spirito gemente preda di eterna noia,
e coprendo per intero il cerchio dell’orizzonte,
ci versa addosso un giorno più triste della notte;
sullo spirito gemente preda di eterna noia,
e coprendo per intero il cerchio dell’orizzonte,
ci versa addosso un giorno più triste della notte;
Quando la terra si muta in una cella umida
dove la Speranza, simile a un pipistrello,
se ne va battendo i muri con le ali timide
e urtando con la testa contro soffitti marci;
dove la Speranza, simile a un pipistrello,
se ne va battendo i muri con le ali timide
e urtando con la testa contro soffitti marci;
Quando la pioggia dispiegando le sue immense scie
imita le sbarre di una grande prigione
e un popolo silenzioso di schifosi ragni
tende le sue tele in fondo ai nostri cervelli,
imita le sbarre di una grande prigione
e un popolo silenzioso di schifosi ragni
tende le sue tele in fondo ai nostri cervelli,
campane tutt’a un tratto scoppiano con furia
e lanciano verso il cielo urla raccapriccianti
come spiriti erranti e senza patria
che si mettono a gemere insistenti.
e lanciano verso il cielo urla raccapriccianti
come spiriti erranti e senza patria
che si mettono a gemere insistenti.
— E lunghi funerali, senza tamburi né musica,
sfilano lenti nella mia anima; la Speranza,
vinta, piange e l’Angoscia, dispotica e atroce,
sul mio cranio chino pianta il suo vessillo nero.
sfilano lenti nella mia anima; la Speranza,
vinta, piange e l’Angoscia, dispotica e atroce,
sul mio cranio chino pianta il suo vessillo nero.
Noche estrellada Vincent van Gogh |
Julio Cortázar, “Il futuro”
E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada,
non nel mormorio che sgorga di notte
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il “tutto completo” delle sotterranee,
nei libri prestati e nell’arrivederci a domani.
Non ci sarai nella strada,
non nel mormorio che sgorga di notte
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il “tutto completo” delle sotterranee,
nei libri prestati e nell’arrivederci a domani.
Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
nè ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci,
all’angolo della strada mi fermerò,
a quell’angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.
nel destino originale delle parole,
nè ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci,
all’angolo della strada mi fermerò,
a quell’angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.
Y sé muy bien que no estarás.
No estarás en la calle, en el murmullo que brota de noche
de los postes de alumbrado, ni en el gesto
de elegir el menú, ni en la sonrisa
que alivia los completos de los subtes,
ni en los libros prestados ni en el hasta mañana.
No estarás en mis sueños,
en el destino original de mis palabras,
ni en una cifra telefónica estarás
o en el color de un par de guantes o una blusa.
Me enojaré amor mío, sin que sea por ti,
y compraré bombones pero no para ti,
me pararé en la esquina a la que no vendrás,
y diré las palabras que se dicen
y comeré las cosas que se comen
y soñaré las cosas que se sueñan
y sé muy bien que no estarás,
ni aquí adentro, la cárcel donde aún te retengo,
ni allí fuera, este río de calles y de puentes.
No estarás para nada, no serás ni recuerdo,
y cuando piense en ti pensaré un pensamiento
que oscuramente trata de acordarse de ti.
El cerebro dispone de la capacidad de matizar nuestra percepción del dolor y a un más, en mi caso mi subconsciente escondió el recuerdo de ella debido que si lo asociaba a la película iba a sufrir en medio de una demoledora impotencia. Eran una epoca que vivía en extrema pobreza. Hoy entiendo con mucho temor que mi subconsciente me protegió de caer en una depresión. De una manera sobreprotectora, egoísta. No deseaba que me moviera de Venezuela. Pasaron 47 años y no he realizado nada extraordinario, aparte, sobrevivir. Desde hace un tiempo resucita mi lejano pasado. Revivo experiencias muy hermosas, pero, en perspectiva el dolor es muy intenso cuando extraigo conclusiones apareciendo significados que iluminan ese tiempo pasado. Esa aterradora inercia que me domino durante años y esos olvidos.
"Quizá lo más importante es lo que no recordamos de un modo preciso, quizás lo más importante lo recordamos de un modo inconsciente."
Un poco después vi esta película y regreso ese sentimiento que no tenia nombre ni destinataria. Una oscura nostalgia. Un ciego dolor. Esta escena me enterneció. Hoy ,solo hoy, entiendo el porque.
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